ERRARE
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OPERE ...99-01
Carlo De Meo usa il corpo autobiografico come propulsore e materiale ispirativo. Ridefinisce la luce secondo volumi abitabili, le materie solide quali complementi che riadattano la fisicità e le sue posture sociali. De Meo si infiltra nelle materie, mimetizza il corpo nei colori in campo, crea pose timide che lo rendono un’alterazione dissonante del paesaggio intimo. Riusa materiali e oggetti del quotidiano con un talento plastico dove la poesia crea funzioni plausibili, dove il difetto artigianale esalta la potenza muscolare della migliore scultura. Un artista che ti spiazza per natura territoriale, pronto ad assorbire i luoghi con camaleontica dominanza del vuoto. Può scomparire e starti accanto con interventi massimalisti ma essenziali. De Meo è artista denso, capace di raccontarti storie trasversali attraverso il proprio corpo o una copia scultorea in scala ridotta. Non scherza nella raffinata potenza del risultato. Anche se lo scherzo (profondo) sembra uno dei princìpi fondanti del suo sguardo. G. Marziani