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17 maggio 2015
Verso un universo diverso, verso le mie parole, il mio verso… perso
Verso un universo diverso, verso le mie parole, il mio verso… perso
Verso un universo diverso, verso le mie parole, il mio verso… perso
Verso un universo diverso, verso le mie parole, il mio verso… perso
Verso un universo diverso, verso le mie parole, il mio verso… perso
Verso un universo diverso, verso le mie parole, il mio verso… perso
Verso un universo diverso, verso le mie parole, il mio verso… perso
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DOVE SEI?
Credit: NASA/ESA
20 maggio 2015
domani potrò dirti dove ero ieri
23 maggio 2015
PER APRIRE UNA PORTA CI VUOLE UNA CHIAVE
E LA CHIAVE è.
(164) EVA 2015-01-31 03:30:55 - 06:27:09 UTC
EVANESCENTE
NESCENTE
A
FU OCO
PER POI ESSERE
OCA
è solo un gioco,
il gioco dell'oca?
25 maggio 2015
IN ORIGINE FU
FU PRIMA
FU DOPO
FU CARNE
FU DONNA
FU OCCHI
FU BACIO
FU MADRE
FU GIOIA
FU DOLORE
FU ANCORA
FU TANTO
FU SENZA
FU CON
FU SE
FU NO
FU SI
FU ALTRA
FU AMORE
FU MORTE
FU TERRA
FU SEME
FU PIANTA
FU LEGNO
FU NOTTE
FU FREDDO
E FU FUOCO
27 maggio 2015
di MF e CDM
CONTINUA
DI QUA
IN QUA
(per il momento i riferimenti a fermate sono del tutto arbitrarie)
Il tram procedeva a rilento, come tutte le mattine. Stazione Trastevere, Piazza Mastai, Largo Arenula.
Sempre uguale, sempre lo stesso. Come per osmosi la vettura assorbiva tutte le ansie, i pensieri e le speranze della città. Si riempiva e si svuotava e poi di nuovo ancora, tantevoltequante le fermate. D’improvviso, in prossimità dell’Isola Tiberina, causa l’eccessivo sovraffollamento, il conducente ordinò che tutti gli avventori si posizionassero sul VIA.
Cominciai a girare e rigirare cercando un qualche appiglio visivo che mi permettesse di riordinare l’esatta sequenza dei miei dove. Ma niente da fare. L’orario del mio appuntamento stava per saltare ed io avevo smarrito il sensodellorientamento.
Ok. Mi fermo, guardo una vetrina e prendo tempo. Provo a riorganizzare le idee. Guardo in tutte le direzioni, ma è come se mi trovassi nel bel mezzo di un black out. Dove? QUAndo? Come?
Scorsi fra la folla un uomo con un’enorme valigia (quasi una cassa) intento a ripiegare con cura una strana mappa geografica. Mi avvicinai esitante (non si sa mai) e mi accorsi subito dalla borraccia vuota e dal cappello a falde larghe che era un viaggiatore. Gli chiesi lo stesso di dare un’occhiata e mentre ancora mi chiedevo come rimediare all’appuntamento perso, l’uomo mi propose di fare un pezzo di strada insieme.
Ancora oggi non so spiegarmi perché accettai.
Dopo un breve “piacere IO”, “piacere ME”, srotolò la cartina e tirò i dadi.
ME: Da dove sei partito?
Mentre i dadi rotolavano ancora.
IO: Da li, quando sono là, e a volte da qui, quando sono qua… ma per essere più preciso controllo. (tempo). Si! Da QUA, da QUA “QUA”- indicando e battendo con l’indice sinistro un punto impercettibile di una pagina di quaderno, un quaderno quadrangolare, quantificabile in una quarantina di pagine quadrettate e di buona qualità… quasi. –Hai dell’acQUA?- un sorso secco, netto e indiscreto. Voltò la testa di novanta gradi a destra e poi centottanta a sinistra –QUA o QUA?… di QUA.
Sul marciapiede rimasero un DUE e un SEI.
Il punto che aveva indicato nello spazio è per me un mistero. Compresi che poteva trattarsi di un qualsivoglia luogo nell’emisfero. Ma anche no.
E quindi? Toccava a ME.
OTTO. C’è tempo.
Camminammo per un po’ e passammo davanti a 2 ambasciate e 6 gendarmi. 8 cose che vedevo ogni giorno. Tali e quali. Ad un certo punto lo vidi preso ad osservare incuriosito in una qualche direzione.
Mi chiesi cosa guardava e allora mi affacciai dal suo lato e lo vidi osservare e poi sorridere alla vista di un anacronistico figlio dei fiori in mezzo ad alcuni impiegati che aspettavano il taxi. Sorrisi anche io, il suo atteggiamento mi sembrava familiare.
ME: Cosa stai pensando?
Ci pensò un po’ prima di rispondere e nel frattempo giungemmo in una piazza, lì ci fermammo per una pausa. Si accese una sigaretta e piano piano incominciò a disegnare dei piccoli cerchi di fumo vicini fra loro. Mi colpiva la precisione del tratto e per un po’ mi isolai fra quelle nuvole bianche e da lì lasciai cadere un DUE e un QUATTRO. A quel punto mi rispose.
QUA
IO: penso aaa ... a QUAndo QUEsta QUIete QUOtidiana produrrà un QUU per equilibrare, eQUAmente, questo percorso vocalico fastidiosamente starnazzante.
Con gli occhi mobili sorvolò la mia testa e con un NO-NO da capogiro si soffermò, alternativamente, sulle mie orecchie, la destra e la sinistra, come ad osservare un ascolto.
E QUA MENTE
30 maggio 2015
In realtà osservò attentamente la sinistra e sorvolò sulla destra per poi ripartire verso un LA, verso un LI, che il suo sguardo perentoriamente indicava. Da QUA a LI, quali fossero le motivazioni, che lo muovessero con tanta determinazione, non l'ho mai capito ma compresi la distanza che percorse in quei pochi minuti.
69, QUASI SETTANTA PASSI
E ottenni conferma QUAndo, posata la valigia e riaperta la cartina, mi sussurrò: QUA SI! SE TANTA PASSIone possa, nell'insieme delle misure tipografiche, conferire un assetto geometrico, sia per ragioni estetiche che tecniche, a questo percorso.
E indietreggiò di undici. 58
QUA SI!
Guardai davanti a me e con sorpresa mi accorsi che eravamo dinuovo QUA come dell'OCA e del suo giro.
PARTENZA
Il tram procedeva a rilento, come tutte le mattine e io tirai il dado mentre lui continuava con i suoi inutili cerchi di Fu-mo.
69
false verità per una vera bugia
1 giugno 2015
MA NO
MA SI
BCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ
2 giugno 2015
T
6
MAI
CHIESTO
quante verità occorrono per definire una bugia?
IO SONO BUGIARDO
perché mento, e non so far altro che mentire, pertanto, mentendo sul fatto che sono bugiardo rivelo la mia onestà sulle parole espresse, dico la verità confermando, così, la mia forte propensione all'essere bugiardo perché mento, e non so far altro.
3 giugno 2015
BY
Era una notte buia e silenziosa, e nel silenzio del buio pensò di scrivere un testo silenziosamente scherzoso.
Ci ripensò e optò per un’ironia sonora.
Ci pensò ancora e decise per qualcosa di rumorosamente satirico.
Era una notte buia e silenziosa, e nel buio batté il primo e il secondo colpo (SO), e poi, in un silenzio stockhausiano, il terzo ($) abbandonandosi in un errante e frenetico rumoreggiare di tasti di una obsoleta olivetti.
I pensieri erano estremamente chiari, i tasti estremamente bui.
5 giugno 2015
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